L’integrazione missionaria e carismatica dei laici con i religiosi è un dono dello Spirito per tutta la Chiesa.
“È necessario – afferma Papa Francesco – che i consacrati si aprano, sempre più coraggiosamente, nei confronti di quanti sono disposti a collaborare con loro, anche per un tempo limitato, per un’esperienza sul campo.
Sono fratelli e sorelle che desiderano condividere la vocazione missionaria insita nel Battesimo.
Le case e le strutture delle missioni sono luoghi naturali per la loro accoglienza e il loro sostegno umano, spirituale ed apostolico.”
Condividere il carisma ricevuto da madre Gaetana, per il bene della Chiesa e del Regno, con laici e laiche che abitano la realtà in cui siamo inserite, è per noi un’esigenza e una ricchezza. La loro compagnia, il loro sostegno, l’impegno di vita e la fede nel Signore Gesù, ci incoraggia a realizzare, ciò che suggerisce la voce dello Spirito, che geme e grida in noi e nella realtà sofferente della nostra storia e della nostra situazione attuale di cui, nel modo intero, varie migliaia di milioni di esseri umani, sono protagonisti.
Sentiamo che l’incontro reale con loro, sia nel campo della missione che dell’azione e della spiritualità, rivitalizza la nostra vita e la rende testimonianza del Regno di Dio presente nel mondo.
Con loro è possibile, in maniera ancora più reale e profonda, ascoltare Dio nel clamore dei migranti, degli indignati, delle donne, dei poveri, dei carcerati, degli ammalati, degli anziani e dei giovani …; e a rispondere, con creatività, alle nuove forme di disumanizzazione e di povertà.
Senz’altro, il nostro camminare insieme, è una sfida che esige passi diversi: collaborazione, partecipazione e appartenenza. Passi che chiariscono il grado e il tipo di condivisione, assumendo ciascuno il proprio ruolo secondo la peculiarità della propria vocazione, ma insieme.