Dove siamo

In ogni Paese, la povertà si manifesta con particolarità diverse, spesso legate alla cultura e alla realtà sociale ed ecclesiale. Quindi anche il modo di rispondere, di incarnarci e di incarnare il nostro carisma assume caratteristiche differenti.
Ma, ovunque, c’è lo sforzo costante di essere luogo di rifugio per il povero, nel quale chi è “scartato” dalla società trovi forza per avere fiducia e trovi una strada che può percorrere …
Ovunque, siamo prevalentemente impegnate nell’annuncio del Vangelo della carità, con servizi che, in modi diversi, esprimono la sollecitudine della chiesa per i poveri.

Siamo presenti:

In Italia
È il Paese dove, nel 1865, la Congregazione è nata, a Bassano del Grappa, in un tempo di insurrezioni, di idee nuove e politicamente varie, di cambiamento delle situazioni economiche che determinava nuove situazioni di emarginazione sociale. Oggi i problemi si ripetono, e la realtà ecclesiale e sociale continua a chiederci di assumerci le nostre responsabilità e a mettere la nostra vita a servizio.

Attualmente siamo in Veneto, Friuli, Lazio, Calabria, Sicilia.

 

In America Latina
Negli anni ’60 la Chiesa, con Giovanni XXIII, spinge le congregazioni ad un impegno particolarmente attento all’America Latina. La Congregazione accoglie questo invito, e decide di spingersi fuori dall’Italia.
Dal 1962 siamo presenti in Brasile, negli stati di S. Paolo, Mato Grosso, Rio de Janeiro, Minas Gerais, Bahia, Parà.
Dal 1978 siamo presenti in Ecuador: a Quito, Manta, Santo Domingo dee Los Tsachilas; e dal 1996 sono presenti in Colombia, a Bogotà.

 

In Africa
Dal 1989, per vivere un segno concreto nel centenario della morte della Fondatrice e per rispondere alla sollecitazione della chiesa di Vicenza, abbiamo iniziato la prima comunità in Camerun, a Douroum. Attualmente siamo presenti a Yaoundé e Maroua.
Dal 2008 siamo presenti in Benin, a Cotonou e successivamente a Paouignan.

 

 

In Albania
Dal 1992
, con l’apertura della comunità di Lushnje, siamo in Albania, dove era appena caduto il regime comunista, che ha distrutto il popolo albanese nella dignità delle persone e nella sua cultura, oltre che nell’economia.